Grandi classici: Aprica

Il Pistone

Una stazione sciistica che può vantare tra le sue piste un “Pistone” – così, rigorosamente al maschile, che è diverso da Pistona – non può non intrigare. E se aggiungiamo che si tratta di un nome storico dello sci italiano, ecco che per l’Aprica non ho voluto mancare la spunta nel mio personale elenco di località visitate: dove per “visitate” intendo “calcate” con gli sci ai piedi su ogni possibile pista aperta in quel giorno, compreso le varianti. Perché all’Aprica, sede in passato di gare internazionali e di vari campionati italiani, non c’ero ancora stato. La classica stazione sciistica gloriosa negli anni del boom, poi passata un po’ nel dimenticatoio. Pian piano però ha saputo rinnovarsi e rilanciarsi, fino a recuperare punti di eccellenza. Per me è sempre stata un po’ fuori dalle rotte, eppure non è così terribile il viaggio, nemmeno per noi del nord est: via autostrada verso Brescia e poi superstrada della Franciacorta e su per la Val Camonica per strada (relativamente) scorrevole. L’ultimo strappo da Edolo è spettacolare, storicamente teatro di gare automobilistiche e ciclistiche in salita: la località infatti si sviluppa lungo lo storico valico che collega la Val Camonica con la Valtellina, quindi fra le province di Brescia e Sondrio.

L’impatto sulle prime può lasciare interdetti, perché la densità edilizia è davvero notevole, ma è proprio una dimostrazione l’Aprica è stata un grande nome fra le destinazioni turistiche italiane. Ma è bene non soffermarsi sull’apparenza dei ‘posti letto freddi’ (le tante seconde case quasi sempre chiuse), perché basta salire un po’ per godere di grandi panorami alpini o introfularsi nelle frazioni per scoprire graziosi scorci inaspettati. E a ben cercare ci sono sorprese anche da un punto di vista culturale ed enogastronomico: un museo dello sci; la Galleria delle emozioni nella natura (una sorta di museo esperienziale); rifugi golosi (per esempio in cima al Baradello “Dal Brusca” è una certezza), e una serie di ristorantini in paese di alta qualità: non mi aspettavo per esempio di mangiare e bere così bene al ristorante Firenze, che dal nome poteva essere ‘turistico’ e invece ha un certo tono e piatti davvero curati. Mentre per dormire, rimanda a suggestioni passate il ben ristrutturato hotel residence Serenella.

 

Ma torniamo allo sci. La ski area, ufficialmente chiamata Aprica-Corteno, si sviluppa nel versante nord, con felice esposizione e microclima, e storicamente dichiara 50 km di piste (considerando anche varianti, intersezioni e campetti). Si snodano essenzialmente lungo tre assi principali – Baradello, Palabione e Magnolta – tra i 1180 e i 2300 m. C’è poi un’ampia zona bassa a ridosso delle strutture ricettive, chiamata “Campetti”: in effetti sono tanti campetti paralleli, molto ‘strategici’, serviti da 1 seggiovia, vari skilift e tapis roulant, con uno sviluppo lineare complessivo di 9,5 km.

Come accennato, il tracciato più significativo è il “Pistone” della Magnolta (ufficialmente si chiama Magnolta inferiore), lunga 2 km con dislivello di 500 metri. Viene anticipata in quota da due piste rosse servite da nuova seggiovia 4 posti. Poi arriva “lui”, il Pistone, con 3 muri alternati a tratti più dolci con cambi accentuati. La nuova fondamentale cabinovia 10 posti Doppelmayr è stata inaugurata proprio pochi giorni fa, il 6 gennaio (nella foto qui sopra c’è ancora quella vecchia), mentre nei prossimi anni verranno migliorati l’innevamento del Baradello e rinnovati gli impianti del Palabione. A proposito: degna di nota anche la Benedetti del Palabione, una nera servita da skilift “come una volta” Dosso Pasò, che domina l’intera valle dai suoi 2300 metri.

L’altro plus è la Superpanoramica del Baradello: bella normalmente, con le sue “esse” e la pendenza costante mai eccessiva, ma speciale di sera, quando si trasforma nella pista da sci illuminata più lunga d’Europa, con circa 30 aperture serali nel corso della stagione (solitamente sabato sera e prefestivi, mentre per per lo sci alpinismo è aperta tutti i venerdì: sono 6 km sviluppati su un dislivello totale di 810 metri, con un suggestivo panorama sulle lucine del paese giù in basso.

Di notevole suggestione – diciamo pura una vera sorpresa – anche l’area per sci di fondo e passeggiate sulla neve, soleggiata e dominante, al Pian di Gembro su un piccolo altopiano panoramico nell’altro versante rispetto alle piste da sci, e in località Trivigno.

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