Quella vecchia ‘route’ fra Bologna e Verona…

In bici, da Monaco di Baviera a Bologna. Affascinante, assolutamente affascinante. Soprattutto per me, che scrissi del pionieristico tratto in Alto Adige, i 99 km dal Brennero a Bolzano, già operativo da diversi anni (qui sotto il mio comunicato del 2009, quando ero Ufficio Stampa della Valle Isarco).

Adesso, comunque, è tutto vero: è stata inaugurata oggi la Ciclovia del Sole sull’ex ferrovia Bologna-Verona, nel tratto da Mirandola (Tramuschio) a Sala Bolognese (Osteria Nuova): 46 km realizzati dalla Città metropolitana (5 milioni di euro), grazie al finanziamento del Ministero dell’Ambiente, e alla disponibilità di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS). Il nuovo tratto della Ciclovia del Sole, che fa parte del grande itinerario ciclabile europeo Eurovelo7 Capo Nord-Malta (7400 km), diventa di fatto percorribile dal Brennero a Bologna (392 km, di cui 154 km in Emilia, e 120 km nel bolognese) mentre sono già finanziate e in parte realizzate alcuni tratte fra Bologna-Firenze.

Fin da piccolo, la ‘route’ Bologna-Verona la conosco a memoria. A Borgo Panigale, all’incrocio della via Emilia con la Persicetana, iniziava l’avventura. Pensate, ancora oggi sullo stradone poco dopo l’Ipercoop, c’è un’indicazione stradale in blu che dice: “Verona”. Per strada normale… a Verona?? E chi mai ci andrebbe? Misteri della segnaletica stradale, che in Italia è decisamente sconclusionata e obsoleta. Eppure, ha un senso, per Verona la direttrice è sempre quella: la vecchia Persicetana, San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Camposanto, Mirandola, Poggio Rusco, Ostiglia… e via. Per treno, più o meno idem. Io ero un bimbo un po’ secchione in geografia, e quando si andava in vacanza Trentino per la strada normale, a fine anni ’60, seguivo il viaggio passo a passo sull’atlante del Touring 1:200.000. Sapevo ripetere a memoria ogni paesino attraversato. Ci feci anche un tema in quinta elementare e il maestro rimase a bocca aperta. Ostiglia, Isola della Scala, Nogara… non ne sbagliavo uno. Sono quindi affettivamente legato a questa ‘route’, non certo nota come la Via Emilia, o la Porrettana, o la Futa, perché meno diretta – anzi, è abbastanza incasinata – e da decenni superata dall’autostrada A22 del Brennero: per me quel cartello Verona era il sogno delle Alpi, era la mia porta per le prime settimane bianche. Una volta partimmo con vari amici con una 126, una Dyane e un’altra 126, tutte con portasci, direzione Val Gardena, in una giornata di nebbione come una volta. C’era già la A22, ma per il pericolo nebbia decisi di fare la strada normale, più lenta ma meno pericolosa. Tanto, con una 126, l’autostrada era inutile… La ferrovia invece mi ricorda gite a Verona, ma anche pericolose trasferte a seguire il Bologna, quelle epiche dei treni rossoblu e il regolare rischio di menate a Porta Nuova.

Anche per tutti questi ricordi, non ho voluto mancare all’inaugurazione avvenuta in pompa magna ma anche in modo moderno e informale – presenti le autorità che contano, e Davide Cassani (sotto nella foto), CT della Nazionale di ciclismo e presidente APT Emilia Romagna – presso la stazioncina recuperata di Bolognina, in comune di Crevalcore (teatro di un tragico incidente ferroviario nel 2005).

Oggi la nuova linea ferroviaria a doppio binario ha liberato 36 km della vecchia linea Bologna-Verona su cui ora corre la Ciclovia del Sole. Contestualmente all’inaugurazione sono stati inoltre presentati sito web (www.cicloviadelsole.it), logo, cartellonistica e immagine coordinata della Ciclovia. Nel nuovo tratto ci sono 22 totem turistici che raccontano le eccellenze artistiche e culturali di 50 km di pianura – purissimo distillato di Emilia – attraverso 8 comuni (3 in provincia di Modena e 5 in Città metropolitana di Bologna), 5 piazzole di sosta dotate di illuminazione, wi-fi, carica cellulare e e-bike, kit di riparazione, rastrelliere, acqua, tavoli e cestini. Sono stati riqualificati i ponti ferroviari sui principali corsi d’acqua (Lavino, Ghironda, Samoggia e Panaro) e altri manufatti minori. Con la viabilità locale esistente sono state realizzate 28 connessioni e a San Giovanni in Persiceto aprirà uno dei primi Bed&Bike dell’Emilia Romagna.

Al di là della retorica, sono davvero convinto che nel giro di 5 anni questa route diventerà una grande classica europea e che le ricadute saranno pazzesche, forse nemmeno immaginabili, su tutto il territorio bolognese.

Si parte da Mirandola (Mo), città dalla pianta ottagonale testimonianza della sua originaria fortezza rinascimentale. Dopo 10 km si incontra San Felice sul Panaro (Mo) tra architetture tardo medievali, palazzi signorili e ville suburbane di inizio Novecento, ricco di parchi e giardini. Altri 4,5 km per arrivare a Camposanto (Mo) con le splendide residenze padronali del XVIII secolo in sinistra Panaro. La stazione ferroviaria è curiosamente posizionata sopra il ponte che attraversa il fiume: lì si possono ammirare 20 murales contemporanei. Dopo 7,5 km si arriva in territorio bolognese a Crevalcore con il bel centro storico porticato e il Teatro Comunale. Con una piccola deviazione si può visitare anche Sant’Agata Bolognese con il teatro storico intitolato a Ferdinando Bibiena e la Lamborghini. A 9 km da Crevalcore c’è San Giovanni in Persiceto, cuore della Bassa ovest, con l’alta torre civica, la chiesa di Sant’Apollinare e il Complesso di San Francesco. Il tracciato sull’ex ferrovia tocca il territorio di Anzola Emilia, prima di entrare nel Comune di Sala Bolognese. Da lì il collegamento provvisorio di 18 km con il centro di Bologna, realizzato in questi giorni con cartelli e pittogrammi, su corsie ciclabili inserite direttamente in carreggiata su strade a bassa percorrenza. Da Osteria Nuova (Via Gramsci-Via Ferrovia) si arriva a Sacerno (Via Sacernia), sito rurale e storico con scorci assolutamente inaspettati lungo il Reno, poi alla stazione FS di Lavino di Mezzo e sulla Via Emilia Ponente, dove si raccorderà con le ciclabili esistenti, attraverso Borgo Panigale, per poi scendere a sud della via Emilia, in via del Faggiolo , viale Togliatti, via Valdossola e via Sabotino. Fino alla’ Grada’, che rappresenta l’ingresso in centro storico.

Il percorso definitivo prevede in un prossimo futuro l’attraversamento di Calderara, un percorso a nord dell’Aeroporto nella fascia boscata e quindi l’arrivo a Bologna lungo la sponda ovest del fiume Reno.

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