Sri Lanka, part I

Perché fare un pezzo sullo Sri Lanka, adesso? Beh, per una serie di ragioni: primo, perché è stato il mio ultimo viaggio di lungo raggio, nel 2019, e ora chissà quando mi capiterà di nuovo; secondo, per mia mancanza (pigrizia e molti impegni); terzo motivo, legato all’attualità: è appena uscita la notizia che lo Sri Lanka è uno dei pochi/primi paesi a riaprire al turismo in tempi di pandemia (a solo poco più di un anno e mezzo dai tristemente famosi attentati terroristici). Con la compagnia di bandiera Sri Lankan Airlines, nell’ambito di un progetto di rilancio dell’incoming sono arrivati in gennaio i primi vacanzieri, dall’Europa dell’Est. Contemporaneamente, è stato pubblicato dallo Sri Lanka Tourism Authority e dal Ministero della Salute un protocollo che prevede la regolare fruizione di tutti i servizi di una cerchia di 55 hotel certificati con il logo “safe & secure”, compreso piscine, spa e palestre. Queste strutture ricettive sono state verificate da una società di revisione indipendente. Il certificato viene rilasciato con un codice Qr univoco per ogni hotel. Scansionando il codice, gli ospiti non solo possono controllare le informazioni-chiave ma anche segnalare a Sri Lanka Tourism eventuali violazioni  con prove fotografiche. La vacanza prosegue secondo i programmi normali, che prevedono visite, in modo protetto e separato, ai principali siti turistici, con accompagnatore locale (almeno per i primi 14 giorni). Il monte ingressi è limitato al momento a 2500 persone al giorno. Viene naturalmente richiesta la negatività certificata all’arrivo (con test molecolare entro i 4 giorni precedenti la partenza). Durante il soggiorno possono essere effettuati test a campione. In caso di positività, ahi ahi, scatta però una quarantena rigida, non è dato di sapere se nella propria struttura ricettiva o in struttura dedicata.

Bene, tornando al mio viaggio, ecco le impressioni a ruota libera che raccolsi all’epoca.

Il paese è bello, interessante, con una grande storia (non è l’India, però…) e una natura rigogliosa. Sicuramente, un’isola è da vedere. Per chi viaggia occasionalmente, e cerca soprattutto il bel mare, consiglierei prima di fare ‘esperienza’ in altre destinazioni. Il mare, appunto: non è quello classico che ti aspetteresti da una vacanza tropicale. O meglio: è oceano, quindi a riva c’è risacca, corrente, anche quando sembra calmo. Poi sarà pescoso e divertente per i surfisti… Io però sono della vecchia guardia, mi piace vedere sotto, dove nuoto. Invece non c’è una gran visibilità. Farebbe eccezione il litorale nord est (vicino alla cittadina costiera Trincomalee), in una zona meno battuta e fino a qualche anno fa non sicura, ma non ci sono passato e non posso confermare. Poi è vero che le spiagge sono spettacolari, lunghe, ampie, pochissimo frequentate (i locals non sono avvezzi a fare il bagno). E che i resort vista mare nelle zone più turistiche sono di notevole effetto, strizzanti l’occhio al luxury, con enormi piscine a sfioro, palme, giardini di fascino oriental-tropicale, unità abitative spaziosissime. Ma come in tante mete esotiche, sono un po’ avulsi dal contesto autentico, colorito e colorato, che trovi appena metti il naso fuori. Le cittadine presso le quali si trovano questi resort non sono particolarmente attraenti.

Comunque, va detto che un bel relax te lo godi eccome. Due felici esempi fra quelli che ho provato sono l’Anantaya Resort e spa a Chillaw, due ore a nord di Colombo (in realtà alcune decine di chilometri, ma gli spostamenti sono molto lenti), o The Villas, a Benthota-Wadduwa, a sud della capitale (vedi foto).

 

Le attrattive principali del paese (ex Ceylon) sono invece da cercare all’interno: in primis i siti archeologici, alcuni patrimonio Unesco, inseriti in una natura spettacolare e – a proposito di natura – i Parchi Nazionali.

Ecco che un tour completo del paese dovrebbe durare fra i 7 e i 10 giorni, minimo, mentre una maggiore durata è cosa da amatori. In tempi normali si può organizzare facilmente anche da soli. Altrimenti con i tour operator europei, o meglio ancora con i piccoli tour operator locali, che possono organizzare qualcosa più su misura, anche per individuali e coppie (io ho avuto occasione di utilizzare Explore Vacationswww.explorevacation.lk, una cui guida parla italiano. Perché inaspettatamente l’inglese non è diffusamente parlato).

Un ‘campione’ di tappe cosiddette imperdibili secondo me : Il maestoso sito archeologico di Sigiriya, fortificazione aggrappata alla roccia, risalente al V secolo, raggiungibile a piedi su un ardito sentiero con 1000 gradini (in periodo pre pandemia, affollatissimo: lunghe file per salire, fra impertinenti macachi saltellanti accanto); il vastissimo sito storico archeologico ben conservato di Polonnaruwa, città capitale durante il periodo medievale. i cui templi sono fra i meglio conservati; Dambulla, con il Tempio d’Oro con ben 150 statue di Buddha e i templi scavati nelle grotte, in atmosfera mistica senza tempo; Kandy, dove è custodita la reliquia più sacra del mondo buddhista, l’antica capitale (che però – confesso – non mi ha impressionato), se non per il verde paesaggio del centro paese.

E ancora: Il Parco nazionale di Yala, dove si possono vedere gli elefanti e perfino i leopardi asiatici, nella punta sud est; il paesaggio naturale montuoso di Nuwara Eliya, per scoprire la produzione di tè (le coltivazioni danno anche un bel tocco paesaggistico), per fare escursioni e, in città, scoprire particolari atmosfere coloniali simil britanniche in montagna, a quasi 1900 m di altitudine; la zona delle pianure di Horton, ampia distesa di praterie montane e foreste umide sempreverdi.

Quanto alle città, l’unica veramente suggestiva a mio parere è Galle, fortificata, coloniale (portoghese, olandese, inglese) e marittima, lungo la costa ovest, a sud di Colombo.

L’attuale capitale, che già ha le parvenze di una vivace, incasinata megalopoli asiatica, ha una pittoresca area mercantile, dove ‘osare’ uno spuntino a base di street food o acquistare un ‘souvenir’ originale (Originale? Boh. Bello crederlo) a pochi euro. Anche i quartieri residenziali diplomatici e governativi meritano un passaggio. O come si dice, adesso, un’esperienza.

La vera experience in Sri Lanka, però, è quella gastronomica… E qui viene il bello del viaggio. Nella prossima puntata, però.

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