Questo è un Superski!

A forza di 10-20 cm alla volta, finalmente le Dolomiti durante febbraio hanno riconquistato il loro fiabesco aspetto abituale. Tutto bianco, magico, incantato. Anche se – come dicevo altre volte – per lo sci in sé il manto naturale è diventato quasi un contorno. Piacevole, ci mancherebbe, ma sempre contorno. Perché in pista anche quando la neve cade dal cielo… questa in realtà non c’è. Quasi non conta, perché è il fondo a fare la differenza, e questo viene prodotto dai cannoni, e lavorato ad hoc dai gatti ogni sera. E anche alla recente conferenza stampa del Dolomiti Superski i responsabili del ‘colosso’ hanno rimarcato come gli ospiti e i media abbiano quest’anno ben recepito il messaggio della sciabilità perfetta (di più: assolutamente appagante) di inizio stagione, pur con precipitazioni nevose pari a zero. Alcuni numeri lo dimostrano: rispetto alla scorsa stagione, al 6 gennaio c’erano già più 11 % di passaggi totali e più 7 % di primi ingressi, più 4 % di giornate sci vendute, più 7 % di stagionali. Il 3 gennaio è stata una giornata da record nella storia del Dolomiti Superski, con 174.000 persone sulle piste e 2,2 milioni di passaggi. A gennaio c’è stato un po’ di rallentamento, ma al 31 gennaio le giornate vendute risultavano stazionarie sul 2015-16.

Ormai infatti gli investimenti vengono indirizzati non soltanto ai nuovi impianti, ma soprattutto al miglioramento dell’efficienza e della velocità dei sistemi di innevamento. Non solo l’ampiezza della rete di cannoni e condotte, ma anche la disponibilità d’acqua diventa fattore decisivo per poter fare neve con la opportuna tempestività. Oggi si è in grado veramente di ‘cesellare’ il prodotto neve, cioè di farne quanto e quando serve, con la giusta miscela di aria e acqua (e basta) per rendere il bianco elemento ‘bello’ come piace a noi sciatori. Come ha sottolineato il presidente del Dolomiti Superski, Sandro Lazzari, quest’anno l’apparato è stato in grado di innevare la maggior parte delle piste in 50-60 ore contro le 150 di un recente passato. A ciò ha contribuito l’accumulo di risorse idriche cospicuo a fine estate e in autunno. E come dimostrano i corsi d’acqua e gli invasi ancora pieni, viene smentito il luogo comune del presunto consumo eccessivo dovuto ai cannoni, rimarcando invece che l’impiantistica ‘mantiene’ 3000 dipendenti fissi direttamente e 30.000 addetti nell’indotto.

Lo sviluppo delle stazioni top delle Dolomiti, insomma, sta diventando sempre più qualitativo e non solo quantitativo.

Fra le altre tendenze sulle quali gli operatori del Dolomiti Superski stanno lavorando c’è quella che in gergo si chiama dynamic packaging. In pratica la ‘costruzione dinamica di pacchetti turistici’, cioè la personalizzazione. Non a caso si stanno mettendo a sistema strumenti tecnologici – che già esistono: la tessera skipass è un vero collettore di dati -che facilitano un dialogo più puntuale ed immediato fra ospite e operatore, tramite app, social ecc.

Si nota poi il netto miglioramento architettonico delle stazioni degli impianti di risalita, non solo in chiave estetica e di minor impatto, ma anche in funzione dell’accesso più confortevole. Altra sfida, è sfruttare il patrimonio di impianti d’estate: i nuovi impianti ora vengono progettati quasi sempre per il duplice utilizzo (ad esempio, con cabine o sedie adatte a trasportare biciclette e passeggini).

E a proposito di impianti, già c’è qualche anticipazione per la stagione 2017-18. Nella vecchia stazione a monte della ex funivia di Plan de Corones verrà realizzato un museo top secret, ma si sa che verterà sulla fotografia. In Alta Badia verranno rifatte la seggiovia Bioc e lo skilift Val Stella Alpina, che in uno scenario spettacolare sotto il Sassongher diventerà una seggiovia automatica. Sorgeranno poi nuove cabinovie al posto di vecchi impianti: dalla zona Arabba verso il Pordoi, Piz Seteur in Val Gardena, Ciampac in Val di Fassa, altri due impianti sulla Sella Brunec sempre fra Ciampac e Buffaure, poi la nuova seggiovia Vaiolet a Pozza di Fassa, con conseguente collegamento diretto dell’area Ciampedie di Vigo e Pera di Fassa al sistema Sella Ronda. E questo ci indica che la priorità è sempre più l’avvicinamento sci ai piedi di zone una volta staccate…

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