Apro o non apro (la bottiglia)? Il grande dilemma ‘enoturistico’
Al telefono (ma soprattutto all’indirizzo mail) dell’azienda ogni tanto arrivano telefonate improbabili, richieste strampalate, e quasi sempre si tratta di qualcuno che propone progetti fumosi di internazionalizzazione o una rivoluzionaria occasione di commercio di vini on line, oppure vuole vendere qualcosa (pubblicità, prodotti eccetera). Ho un certo naso per bloccare sul nascere anche il più scafato venditore, e dopo i primi anni in cui ero possibilista specialmente per quanto riguarda le opportunità web, ora sono diventato quasi maleducato e bollo con laconici “non m’interessa” i tentativi degli imbonitori. Anche perché diverse richieste sanno a prima vista di bufala, di perditempo o di truffa. Qualche volta però arrivano vere richieste di visita in azienda da parte di veri turisti stranieri. A Bologna e dintorni ce ne sono più di quanti si possa pensare. E non ci rendiamo mai abbastanza conto di quanto anche una normale azienda come la nostra – d’accordo, in un bel sito panoramico – possa rappresentare uno spaccato di buon vivere italiano. Australiani, canadesi, neozelandesi, americani… di tutto. Ne abbiamo avuti anche da Indonesia, Kazakistan, Tasmania. Il giorno prima di Ferragosto hanno chiamato da un hotel vicino a Zola Predosa, con un accento che non avevo ben decifrato… Ero un po’ impegnato in giardino con dei lavoretti, ma ok, anche se il preavviso era di neanche un’ora, ci siamo accordati: venite pure a visitare l’azienda. In questi casi c’è sempre il dilemma se far pagare o no la visita, bisogna capire cosa si aspettano gli enoturisti… Alcuni visitatori locali fanno di un diritto acquisito l’assaggio sempre e comunque anche senza aver avvisato prima, altri sono più educati e moderati, comunque sia la bottiglia la apriamo sempre anche se per una piccola azienda non strutturata alla fine di un anno ciò rappresenta un costo non indifferente. La cantina però deve essere sempre ‘aperta’ e pronta all’accoglienza. Quindi non si nega a nessuno l’assaggio, indipendentemente dal fatto che comprino o meno. Tanto più se sono stranieri dell’altra parte del mondo e hanno scelto proprio te, per conoscere dal di dentro un’azienda vitivinicola. Tornando a questi signori… erano di origine brasiliana-italiana, con base in Lussemburgo, e parlavano 4 lingue correntemente… Questo per dire il livello. Educatissimi e rispettosi, molto più di tanti italiani che solo sanno pretendere. Alla fine non ho fatto pagare niente né per la bottiglia né per la visita, e hanno comprato anche di più di quanto il loro bagaglio aereo potesse permettere. In conclusione: il vignaiolo, anche quando è impegnatissimo in lavori urgenti, deve essere sempre ospitale. Fa parte del gioco.
25 ottobre 2015