Idea visionaria di una grande stazione transappenninica

Quei crinali fra Emilia e Toscana. Mammelloni, panettoni stracolmi di neve (non sempre),  invitanti lingue e canalini. E’ da quando son piccolo che me li guardo e me li studio. E li rivedo con l’affetto che si riserva alle vecchie cose dell’infanzia, ogni volta che vado al Corno alle Scale.  Ma anche dalla pianura, mi piace ammirarla e rimirarla, la catena appenninica, con la piramide el Cimone che svetta. E quante volte mi sono divertito a ipotizzare linee di collegamento sciistiche su quelle creste, fra il Corno alle Scale e gli impianti della Doganaccia 2000, di cui credevo di vedere i tralicci, verso la Croce Arcana.  Perchè non si è mai pensato prima a unire il Corno alle Scale con il versante sud dell’Appennino (provincia di Pistoia)?

Finalmente, però, qualcosa si sta muovendo. Idea visionaria. Un progetto transappenninico di grande stazione tosco emiliana. Si prevede la sostituzione e l’ampliamento degli impianti di risalita tra il Corno alle Scale e Doganaccia (Comune di Cutigliano – PT). Si parla di un coinvolgimento perfino all’Abetone. C’è al riguardo un protocollo d’intesa per la promozione dell’offerta turistica dell’Appennino tra le Regioni Toscana ed Emilia Romagna. Sono 20 milioni di euro statali, e 6 milioni dalla Regione Emilia Romagna.

Confesso che io stesso, che vorrei veder fiorire grandi collegamenti ovunque, ho delle perplessità. Il CAI Emilia Romagna è contro. Suggerisce invece il dirottamento delle risorse per una promozione  a sostegno degli itinerari di escursionismo e di una adeguata rete di ricettività e ristorazione fondata sulle eccellenze agroalimentari di montagna. Sono d’accordo. Ma l’avversione del CAI si fonda su una lettura negativa dei dati del rapporto dell’Osservatorio turismo Unioncamere Emilia Romagna. Nell’inverno 2014-2015 ci sono state 375.000 presenze (+4,7% sul 2013-2014), mentre nell’estate 2015 1.663.000 presenze (+3,7/% su estate 2014). Quindi l’Appennino estivo pesa per l’82% di presenze sul turismo montano. Ok: ma questi dati possono migliorare. La promozione del sistema escursionistico e del patrimonio ambientale può beneficiare eccome di un settore sciistico potenziato.

D’accordo, la zona è soggetta a una meteorologia un po’ capricciosa, la neve si fa attendere negli ultimi tempi e il vento è una minaccia frequente. Inoltre entrambe le stazioni, Corno e Doganaccia, economicamente non stanno troppo bene.

Ciononostante, una grande stazione ‘transfrontaliera’  fra Emilia e Toscana sarebbe un po’ folle, ma….molto suggestiva. Abbiamo città d’arte come Pisa, Lucca, Pistoia (e la stessa Firenze) e i distretti enoturistici del brand mondiale ‘Toscana’, abbiamo Bologna, abbiamo i poli eccellenti del food e della Motor Valley che stanno richiamando un turismo qualificato da tutto il mondo. Bene, in questo contesto una grande stazione di sci appenninica  sarebbe un gran richiamo, se ben lanciata e gestita. Sognare si può. Non vedo l’ora di scorazzare fra un crinale e l’altro…

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