La trasferta più bella dell’anno: dritte da insider su Venezia, per tifosi del Bologna (e non)

La trasferta più bella dell’anno: Venezia. Ne scrivevo esattamente un anno fa… https://www.bestroutes.it/la-trasferta-piu-bella-della-nuova-serie-a-part-i/. Ho promesso che ci sarei andato. Sono stato di parola, e adesso, in vista di domenica, ho i biglietti in mano. Peccato che il Venezia, che è stata quest’anno la mia seconda squadra, sia già praticamente condannato. E non vorrei certo che fosse il Bologna a regalare l’ultima speranziella. Ma almeno, se ciò succedesse (touch wood, cross fingers, mi cerco la chiavi in tasca), sarei un po’ meno dispiaciuto. Allora, per tifosi del Bologna e non, ecco un piccolo diario vissuto da quasi habituè, sulla scorta dei miei ultimi viaggi a Venezia, nel caso qualcuno prendesse l’occasione per prolungare la mitica ‘trasferta sull’acqua’ e volesse evitare le trappole per turisti!

Bar e pasticcerie, per colazione e non solo

Per la colazione, ci piace molto Le Cafè in Campo Santo Stefano. Ok… La zona non è lontana da San Marco, ed è già un po’ turistica, però si sta molto bene nei tavoli distesi sul campo: cappuccino ben fatto, brioche normale ma con crema stupenda, servizio rapido ed efficiente.

Dietro Piazza San Marco, Rosa Salva è un bar pasticceria frequentato da veneziani, con qualche seduta all’interno, e una buona scelta di salato per il pranzo. Noi lo amavamo molto per i tramezzini (scoprirete che a Venezia sono eccezionali, a Bologna non si trovano affatto così, forse solo a Roma stanno alla pari), e ne avevo anche scritto nel 2016, ma poi ci hanno fatto pagare inopinatamente un arbitrario ‘sovrapprezzo non residenti’ (chiamiamolo così) e quindi l’abbiamo depennato dalla lista posti del cuore. Se volete riprovarci… i tramezzini e i vari snack salati sono ottimi

Poi c’è la pasticceria Tonolo: inarrivabile. Qui siamo da tutt’altra parte, più verso piazzale Roma, quindi ideale per una sosta subito prima di ripartire. Tanto più che non ha tavoli, solo banco o asporto. Le paste ripiene con creme (zabaione, chantilly, cioccolato), sono mondiali. Lo dico: le 10 migliori pasticcerie di Bologna non fanno 1 Tonolo.

Bacari e cicheti

Qui c’è tutto un mondo. E varie scuole di pensiero. Ecco qualche impressione a ruota libera su posti consigliati da locals o scoperti da noi. In questo caso abbiamo fatto più fatica a entusiasmarci, e rimaniamo più affezionati ai baretti di Campo Santa Margherita (ogni anno ci andiamo per l’ultimo aperitivo-pranzo prima di ripartire – vedi articoli precedenti https://bestroutes.it/venice-10-favourite-best-kept-secrets-best-kept/).

Un Mondo divino, in Salizzada San Cassian, è piccolino, frequentato da veneziani di mezza età (come noi…). Ottimo baccalà mantecato. Spritz liscio, prezzi non esagerati.

Antico Remer: molto frequentato, si trova in un calle strettissimo ma che si allarga sul Canal Grande con vista Rialto.

Al Sberlefo. Qui abbiamo praticamente cenato con solo cicchetti. Molto bene alici marinate con pepe rosso. Polpettine piccanti. Moscardini un po’ troppo tirati. Mozzarella in carrozza ok. Vini niente di speciale.

Trattorie e ristoranti

Il Paradiso Perduto è citatissimo e consigliatissimo, diciamo pure alla moda, tanto che eravamo quasi scettici. Ci siamo stati sia nel 2020 che nel 2021… approfittando della poca gente in giro. Il posto è d’effetto, shabby chic, in Fondamenta degli Ormesini a Cannaregio che da qualche anno è piena area di movida. Non ne siamo rimasti delusi. Promosse a pieni voti le sarde in saor, mentre il baccalà mantecato pensavamo meglio. Primi piatti abbondanti, come i bigoli, e gli spaghetti classic alle vongole. Abbiamo poi apprezzato un fritto gustoso impreziosito da cappesante buonissime, gamberi e scorfanetto. Poi pesce alla griglia (sogliola buona). Vini: sorprendentemente c’è poca scelta e anche i nomi proposti sono così così.

Lì vicino, c’è Al Timon Bragozzo, dove sempre un anno fa ci piacque il risotto (quasi accanto, della stessa famiglia, c’è Timon All’antico molo). Da tenere presente, visto che il vicino Paradiso Perduto va prenotato con largo anticipo.

Ca d’Oro Alla Vedova è famoso per le polpette. Effettivamente buone ma un po’ troppo salate. Ci è sembrato fin troppo noto ai turisti e a quelli che si fidano delle guide più celebrate. Anche i bigoli in salsa e alla busara erano troppo salati e tirati. Sarde in saor e gamberoni troppo acetosi. Comunque rimane gradevole.

Ultimamente abbiamo esplorato meglio un’altra zona, quella dei Frari. Qui ci è sembrata degna di nota una pizzeria-ristorante, Muro Frari, finalmente un po’ diversa dalle solite commerciali, più moderna, con servizio amichevole e piatti abbondanti (almeno a maggio, con poca gente, poi adesso che è tonato il turismo… da riprovare). Le pizze sono leggere ma gustose e ben guarnite.

Poi siamo stati molto bene – per forza, unici clienti in una sera fredda e piovosa!… – da Frarys, specializzato in cucina mediorientale, nordafricana e greca. Un progetto quasi sociale, non solo un ristorante: a rotazione, arrivano qui cuoche di tutti i paesi ad apportare idee e ricette di stampo casalingo. Noi abbiamo provato la macluba, preceduta da vari ‘tapas’ mediterranei.

Aveva buone recensioni anche Oniga, che voleva essere leggermente più ricercato. In realtà non ci ha entusiasmato, pur nell’ambito di una qualità discreta. Veramente buona solo la piovra.

Nell’isola della Giudecca (vedi questo articolo dell’anno scorso sulle ‘altre’ isole di Venezia: https://www.bestroutes.it/la-trasferta-piu-bella-della-nuova-serie-a-part-ii/), bella scoperta La Palanca, proprio sull’acqua, vicino alla fermata omonima del vaporetto. Trattoria a mezzogiorno anche frequentata da artigiani e operai in pausa pranzo, con deliziosi cicchetti tra cui baccala fritto. Qui abbiamo preso anche spritz accompagnato da tramezzini belli pieni.

Pellestrina: la sottile striscia di sabbia che si estende a sud del Lido verso Chioggia per molti chilometri, ha una grande tradizione per quanto riguarda la cucina verace di mare. No auto, casette colorate, le barche. Una vera dimensione isolana. Da vedere, magari in bicicletta. I pochi turisti che ci vanno fuori stagione sono gastronomi o amatori, o semplicemente viaggiatori curiosi come noi. Abbiamo tralasciato (per una prossima volta) un ristorante rinomato sull’acqua, da Celeste, per puntare ‘a fiuto’ sulla trattoria Al Pescatore, in un vicoletto aperto su una piazzetta e sulla laguna. Pranzo genuino che ha rispecchiato le nostre aspettative, con moeche, granseola, grigliata.

Forza Bologna – e in bocca al lupo al Venezia – che sia una trasferta in amicizia!

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