San Domenico part II, progetto da 110 km di piste
San Domenico di Varzo (VB) sarà oggetto di uno dei più grandi progetti di sviluppo sciistico delle Alpi. Addirittura. Tre valli, 110 km di piste. Boh. Quando me l’hanno detto, non è che ci credevo troppo. Ero alla presentazione tenutasi poco prima di Natale presso il nuovissimo hotel La Vetta del gruppo Mirahotels da parte dell’ing. Andrea Malagoni, tre lauree, appassionato del posto, e consulente manageriale della San Domenico Real estate srl (società italiana ma con ingenti capitali svizzeri) e della società San Domenico srl. Poi ho ascoltato, e ho realizzato che il progetto, pur molto ambizioso, è assolutamente concreto. Ma ovviamente con un enorme partito del no e relative petizioni a mettersi di mezzo (basta una rapida ricerca per trovare il solito articolo del Fatto Quotidiano, dove si parla di cementificazione, che in questo caso non c’entra nulla e alla quale sono ovviamente contrarissimo anch’io). Anche se c’è già il sì dell’Ente Parco Naturale Alpe Veglia Devero. Vedremo. Siamo sulle Alpi Lepontine, al confine con la Svizzera, proprio sopra al Sempione. In quella punta nord del Piemonte, che ha la forma di una testina di cane. Tradizionalmente, qui il bacino è quello dell’Alto Piemonte e del Varesotto, oltre che del Milanese-Brianza. Nella mia preistoria giornalistica, di San Domenico ne scrissi più volte sulle testate nazionali, come della ‘culla dello snowboard in Italia’.
Oggi le premesse sulle quali si fonda il ‘progettone’ sono la posizione geografica strategica lungo una primaria direttrice internazionale entro 2 ore da 10 milioni di abitanti, la contiguità con un’area di grande significato naturalistico e paesaggistico (Parco Naturale Alpe Veglia e Devero) e lo scenario maestoso fra montagne di quasi 3600 metri (innevamento naturale regolarmente più abbondante d’Italia), con la piramide del Monte Leone che si impone allo sguardo. Questi aspetti paradossalmente trasformano in un punto di forza perfino l’attuale situazione di oggettivo sottosviluppo (un esempio per tutti: percorrendo la ripida strada da Varzo sembra veramente di tornare indietro di 30 anni fa…) che poi diventa autenticità e segni storici di un paesaggio vissuto e plasmato da millenni.
L’obiettivo è quello di far diventare ‘Sando’ una destinazione montana top, da 365 giorni l’anno, puntando sull’esperienza autentica di alta montagna, sulla sostenibilità (grandi collegamenti e molte piste ma con pochi impianti) e sul coinvolgimento di saperi, risorse e genti del posto.
Verrebbero coinvolti tre poli e tre valli: San Domenico, Teggiolo (sul versante opposto), e Devero, con accesso da Crodo, in un piano pluriennale di sviluppo della durata ideale di 12 anni (con la forte incognita dell’opposizione che per semplicità definiamo qui ‘ambientalista’, ma il discorso sarebbe più complesso). Questo prevede l’ampliamento della stazione sciistica, il deciso miglioramento dell’offerta infrastrutturale (parcheggi, ricettività fino a 1000 letti con anche un 5 stelle, accesso ecc.) e la nascita di piccole attività economiche locali (artigianato, agricoltura, commercio).
Saranno 110 km di piste di cui – dato interessante – il 90% sopra i 2000 metri, appena 8 impianti. Come spiegato nel precedente articolo, San Domenico con i suoi 35 km di piste attuali è di fatto già un po’ così, modulare e sostenibile. Attualmente, dal 2009 a oggi, sono già stati investiti 60 milioni di euro da vari soggetti privati nell’ambito della prima tranche del progetto, ove spicca la fresca inaugurazione dell’hotel 4 stelle La Vetta, del gruppo Mira Hotels. Per giungere alla conclusione di questa prima fase mancano la cabinovia San Domenico Alpe Ciamporino, il secondo blocco di parcheggi coperti per 500 posti e la spa dell’hotel La Vetta (di cui c’è già il cantiere), che sarà aperta anche agli ospiti esterni. La cabinovia è assolutamente decisiva, poiché mette in pensione la antidiluviana seggiovia biposto in 2 tronchi, triplicando la portata e riducendo di quasi 3 volte i tempi di risalita. E la strada da Varzo? Vero incubo quando nevica… Ci sono già 2,5 milioni di euro stanziati dalla Regione Piemonte per l’allargamento, ma gli investitori di San Domenico stanno lavorando per ottenere altri finanziamenti per i prossimi 3 anni. L’intero progetto vale 170 milioni di euro.