‘Sando’, antica e moderna
Da buon Homo dolomiticus, confesso che non c’ero mai stato, a ‘Sando’, cioè San Domenico di Varzo (provincia VB – Verbano Cusio Ossola). Lassù, in quella punta del Piemonte che tutti più o meno conoscono per la D di Domodossola e non per esserci stati. Ne ho avuto occasione prima di Natale ed è stata una bella scoperta. Certo, lontanissima dai canoni di chi è abituato al Trentino Alto Adige, ma molto interessante. Antica e moderna a un tempo. Antica per certe cose al momento improponibili per una stazione di eccellenza (ma che verranno sistemate nel prossimo futuro nell’ambito di un colossale progetto di sviluppo, come la ‘terribile’ strada da Varzo, ma ne parleremo in un successivo articolo), ma che danno un simpatico sapore nostalgico in un territorio dall’alto valore storico e paesaggistico. Ma moderna, perché ben rappresenta il nuovo corso delle stazioni medio piccole, cioè, come in America pochi impianti e una fitta densità di molte piste sulla stessa montagna. Praticamente ora San Domenico ha solo due seggiovie ‘vere’ (anche se le cifre ufficiali parlano di 7 impianti…). Questa piccola località delle Alpi Lepontine in vista della piramide del Monte Leone sopra al Sempione, infatti, ha un disegno ‘modulare’: ovvero, pochi lunghi e potenti impianti per tracciati alternativi vicini, in un crescendo di valore tecnico. San Domenico è proprio così: con 1100 m di dislivello e in pratica solo 2 seggiovie importanti, la Ciamporino Dosso e la Bondolero, offre ben 35 km di piste (considerando anche le varianti in fuoripista o ‘quasi’ fuoripista come la ski route freeride n. 10 ‘Dosso’: ma questo lo fanno in modo assai più sfacciato località celebrate): più ripide quelle nella parte superiore, e man mano più dolci nel giro largo sulla montagna e nei tratti inferiori.
Si arriva ai 1950 m dell’Alpe Ciamporino, con una vecchia seggiovia di arroccamento in 2 tronchi. Dall’Alpe Ciamporino parte la moderna quadriposto Ciamporino-Dosso, che porta a 2500 metri, dopo un ardito passaggio ‘in curva’ a una stazione intermedia. Nel tratto alto ci sono solo piste rosse e nere, più o meno parallele. Vicine, ma diverse, ciascuna con la sua specificità. Poco discosta, c’è anche la nuovissima seggiovia 6 posti Bondolero, che apre ulteriori opportunità (2 piste rosse e una nera). L’innevamento naturale è da record (punte di quasi 4 metri in questi giorni di Natale) e una qualità di neve altissima (tanto che non c’è innevamento programmato, caso ormai raro sulle Alpi) grazie alla posizione a cavallo della cresta di confine, che scarica neve anche con le perturbazioni da nord oltre che con quelle umide da sud ovest. Nel tratto inferiore la pendenza si addolcisce, in un soleggiato anfiteatro.
Per i meno bravi, c’è anche la quadriposto fissa Ciamporino, a servizio di 4 piste tra cui il notevole snow park e un campo scuola lunghissimo. Infine, la seggiovia di arroccamento dal paese offre una bella pista d’altri tempi (ma dotata di innevamento programmato), Intermedia + Casa Rossa, nel bosco. Questo impianto è una biposto Leitner con sedili rossi in ferro… Rimarrà un ricordo di un altro sci, perché verrà fra 2 anni verrà sostituita con una cabinovia nell’ambito del citato progetto di sviluppo (vedi prossimo articolo), che fra i protagonisti vedrà anche il nuovo hotel La Vetta del gruppo Mirahotels (nella foto sotto).