Sinergie fra stazioni sciistiche

Il decollo della stagione sciistica mi dà anche quest’anno, sotto Natale, uno spunto di riflessione sullo stato di salute del turismo invernale. Vedo che alcune stazioni – quelle appenniniche, per esempio, o quelle piccole delle Alpi occidentali – soffrono per mancanza di neve e/o di risorse adeguate per sparare, mentre le poche big godono di ottima salute, e come al solito sono piene. Bisognerebbe allora trovare idee innovative su quel tanto auspicato e abusato concetto del ‘fare sistema’. Ecco allora due esempi made in Austria che mi hanno colpito.

1 In Tirolo, hanno lanciato il Freizeitticket, che significa più o meno ‘il biglietto per il tempo libero’. Una sorta di skipass stagionale che costa solo 400 euro (e 60 per i figli) e comprende ingresso a centri sportivi, musei, centri wellness e acquatici, palazzi del ghiaccio, perfino stadi di calcio… e naturalmente stazioni sciistiche. Come ha spiegato Martin Schnitzer, durante il recente Sport Ökonomie Symposium presso l’Università di Innsbruck, l’elemento di novità è la cooperazione tra singole società di gestione che allo stesso tempo sono partner e concorrenti: la fruizione del tempo libero. Nel 2018 sono state vendute 55.000 tessere (un sesto degli abitanti dell’area di Innsbruck!), con un giro d’affari di circa 20 milioni di euro. Ogni anno cresce la richiesta di adesione di località e operatori. E se infatti i grandi poli sciistici (Kitzbühel, St. Anton ecc.) danno limitazioni sul numero di giornate di sci usufruibili (massimo 3 per esempio a Ischgl), le ‘piccole’ località a rischio chiusura (ma anche le piscine e i palazzetti del ghiaccio) hanno trovato nel Freizeitticket un toccasana. Vi aderiscono 24 comprensori sciistici tirolesi fra grandi e piccoli, tra cui Arlberg, Silvretta Arena, Stubai, Kühtai ecc. ma anche mini stazioni come Glungezer a Tulfes.

2 Il Nockberge-Trail è un itinerario che collega cinque zone sciistiche diverse: Katschberg, Innerkrems, Turrach, Falkert e Bad Kleinkirchheim/St. Oswald, in Carinzia. Embè? La novità è che  al centro dell’idea non c’è lo sci da discesa, ma  lo sci alpinismo: il tour prevede tappe di circa sei ore ciascuna e lungo l’itinerario si può guadagnare un po’ di dislivello grazie a qualche impianto di risalita presente (sacrilegio?). Un’altra particolarità è che il Nockberge-Trail (che prende il nome dalla catena dei monti Nockberge) non si conclude nei rifugi, come è consuetudine in altri itinerari sci alpinistici, ma in hotel 4 o 5 stelle. Mi sembra un’idea furba: sono coinvolti in questo modo diversi operatori del territorio (impianti, bus, taxi,  hotel, guide, baite…). Un pacchetto costa da 868 euro per 5 pernottamenti e 6 giornate di tour compreso trasporto dei bagagli. Niente male, anche se non piacerà ai duri e puri dello sci alpinismo.

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