E-mtb vs Mtb muscolare

In montagna l’estate 2017 è stata quella della e-bike. Sulle Dolomiti, sembra perfino che sia nata una  disfida fra puristi e nuovi utenti delle bici assistite, un po’ come  quella ormai trentennale (e mai risolta) tra snowboarder e sciatori… Discussioni, musi lunghi, ironie fra rappresentanti di ambo gli schieramenti. Ma secondo me non è corretto parlare di schieramenti.

Fino all’estate 2016 quello delle mountain bike a pedalata assistita era un fenomeno marginale (anche a causa dei prezzi  elevati) limitato ai noleggi giornalieri, ai quali ci si rivolgeva tanto per capire ‘l’effetto che fa.

Da quest’anno invece in Dolomiti c’è stata l’esplosione: ormai ogni nolo bici è fornito di una vasta gamma di e-mtb. Soprattutto su percorsi medio-facili, si nota ormai quasi un 50% di bici a pedalata assistita. Con grande fastidio  da parte dei puristi della bici muscolare. ‘Se non ce la fai, stai a casa’…

Sfatiamo un mito: non si tratta di bici elettrica o di ‘motorino’, ma di pedalata assistita da un motorino elettrico. Se non spingi sui pedali, il motore non ti assiste; più spingi, maggiore è la coppia che il motore ti restituisce. Dunque, bisogna pedalare. Quanto pedalare e quanto faticare lo decidi tu: di norma il motore ha quattro programmi, che modulano l’intensità della coppia con cui esso restituisce energia alciclista.

Capisco, almeno in parte, il fastidio dei puristi: mentre sudi e arranchi in quota, vederti superare dai vecchietti non è bello…

Ma che regola stanno violando gli e-biker? Di discriminazioni ce ne sono già troppe a sto mondo. Non è per caso lo stesso ‘snobismo’ che deve aver animato i puristi delle pelli di foca, quando negli anni ’30 del secolo scorso nascevano qua e là le prime seggiovie?

Io l’ho provata la e-mtb e l’ho trovata divertente: a chi non piacerebbe raggiungere posti bellissimi con minore fatica? Perché mai chi ‘non ce la fa’ deve rimanere a casa? E’ un po’ lo stesso discorso degli impianti d risalita. Portano in quota tutti, a godere di scenari altrimenti preclusi.

D’altronde anche i puristi di adesso invecchiano, e non è detto che se ne staranno a casa ai primi acciacchi. Magari si convertiranno…

Un patito della bici pura ha anche la possibilità ora di portare con sé i propri cari (con la e-mtb) in posti bellissimi che prima si potevano solo raccontare. Per esempio gli strepitosi alpeggi del Parco Naturale di Fanes-Sennes-Braies, sulle Dolomiti? O il Monte Elmo salendo da Sesto Pusteria: a fine ottobre qui è la sublimazione dell’andar per monti in bicicletta. Dai, si può convivere.

Un problema, però: benchè i percorsi impegnativi e i fondi accidentati facciano una sorta di selezione naturale, è vero però che aumenterà sempre più l’affollamento sulle normali strade forestali, ora percorse sia da ciclisti che da escursionisti a piedi, con possibile maggiore disagio per questi ultimi. Beh, qui la differenza la faranno educazione e buon senso: il ciclista di lungo corso ha già sviluppato queste sensibilità, che dovranno diventare patrimonio anche dell’e-biker occasionale.

Intanto, guardate questo link: http://www.moviment.it/it/emtb-sharing-points-moviment-alta-badia.php In Alta Badia hanno istituito gli sharing point per l’e-mtb in quota, in particolare nell’area estive ‘Moviment’ (Piz Sorega, Col Alto ecc.)… (la foto qui sotto è una cortesia di Moviment.it, photografo Manuel Sulzer)

Articolo in collaborazione con Matteo Bottonelli

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